Gli stessi limiti che condizionano le nostre conoscenze nel campo dell'eziopatogenesi, non ci consentono di rispondere in maniera univoca a questa domanda. Partendo dalla considerazione che esistono due varietà di psoriasi, l'una a insorgenza precoce e chiaramente di tipo ereditario e l'altra di natura sporadica e a esordio tardivo, viene ipotizzati che, nel corso della vita di ogni singolo paziente, possano agire tutta una serie di fattori scatenanti endogeni ed esogeni in grado si slatentizzare la malattia.
Il ruolo del trauma, fattore scatenante noto da tempo, è ben documentato clinicamente sia dalla tipica localizzazione delle lesioni psoriasiche sia dal fenomeno di Koebner.
Almeno il 30% delle psoriasi infantili insorgono in seguito a episodi infettivi, soprattutto rinofaringei e di natura prevalentemente streptococcica; recentemente si è osservata inoltre la comparsa o l'esacerbazione della psoriasi in pazienti con infezione da HIV.
Fattori endocrini possono essere importanti in alcuni casi e infatti si registrano picchi di incidenza della psoriasi in alcuni momenti particolarmente critici come la pubertà, la menopausa, il periodo premestruale, il post-partum.
Numerosi farmaci possono scatenare l'esordio o l'esacerbazione della psoriasi. I maggiori responsabili sono i beta-bloccanti, i sali di litio, gli antimalarici e gli estrogeni. Grande rilevanza hanno assunto in questi anni le determinanti di ordine psicologico.: dalla maggior parte degli studi risulta che in oltre il 70% dei casi, l'esordio o le esacerbazioni della dermatosi sono precedute da eventi stressanti.
Da non trascurare infine il ruolo riservato anche a fattori ambientali e alle abitudini di vita: esposizione al sole, clima, consumo di alcol, caffè e sigarette, fattori dietetici.
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